Con
la scelta di inserire nel calcolo del PIL il “valore” delle
attività criminali, l'Unione Europea ha deciso (consapevolmente?) di
trattare le organizzazioni criminali come dei soci in affari.
Infatti, gli stati si trovano ora in conflitto di interessi quando
devono combattere il traffico di droga, la prostituzione ecc., poiché
essi stessi traggono beneficio da queste attività.
Politica, economia ed etica
blog di Eugenio Songia
sabato 6 settembre 2014
sabato 16 agosto 2014
Proposte di politica del lavoro.
- Introdurre
una paga oraria minima, al di sotto della quale nessun lavoratore
dipendente può essere pagato (fatta eventualmente eccezione per
contratti di apprendistato).
Esiste in quasi tutti gli altri paesi; consente di evitare che esistano lavori sottopagati.
- Introdurre e/o incentivare la possibilità, per i lavoratori dipendenti, di chiedere delle aspettative o una riduzione dell’orario di lavoro, allo scopo di iniziare una nuova attività di lavoro autonomo, purché non sia in concorrenza con la propria azienda, o di svolgere attività culturali e/o di volontariato.
- Incentivare, più in generale, un orario ridotto di lavoro per chi lo desideri per qualsiasi motivo, rendendo indifferente per i datori di lavoro, quando possibile, avere una persona che lavora a tempo pieno o più persone che lavorano a tempo parziale (a parità di ore lavorate in totale).
Esiste in quasi tutti gli altri paesi; consente di evitare che esistano lavori sottopagati.
- Introdurre e/o incentivare la possibilità, per i lavoratori dipendenti, di chiedere delle aspettative o una riduzione dell’orario di lavoro, allo scopo di iniziare una nuova attività di lavoro autonomo, purché non sia in concorrenza con la propria azienda, o di svolgere attività culturali e/o di volontariato.
- Incentivare, più in generale, un orario ridotto di lavoro per chi lo desideri per qualsiasi motivo, rendendo indifferente per i datori di lavoro, quando possibile, avere una persona che lavora a tempo pieno o più persone che lavorano a tempo parziale (a parità di ore lavorate in totale).
Aiuterebbe
chi ne ha bisogno, soprattutto le donne, a conciliare lavoro ed
esigenze familiari. Inoltre aumenterebbe la produttività di molti
lavori, in particolare quelli a carattere ripetitivo (ad esempio:
terminalista), perché in questi casi lavorando meno ore al giorno la
resa è maggiore. L'orario di lavoro risulterebbe adeguato alle
esigenze di ciascuno, in ciascuna fase della vita, senza costi
aggiuntivi per le aziende, se non quello di una riorganizzazione del
lavoro. Infine, ridurrebbe la disoccupazione.
- Abolire
la riduzione di imposta sugli straordinari.
E’
completamente inutile per aumentare la produttività (le ore
straordinarie sono le più improduttive di tutte), favorisce la
disoccupazione, e crea talvolta elusione fiscale.
- Incentivare
il telelavoro.
Aiuterebbe
a conciliare lavoro ed esigenze familiari; contribuirebbe a
decongestionare il traffico attorno e dentro le grandi città. Molti
lavori che si fanno in ufficio oggi possono benissimo essere svolti a
casa.
- Rendere più flessibili i requisiti e l’età per la
pensione: entro un certo arco di periodi contributivi e una certa
fascia di età, ciascuno dovrebbe poter scegliere di andare in
pensione quando vuole, restando fermo il principio che se i
contributi versati sono pochi anche la pensione sarà ridotta, e
viceversa. Introdurre la possibilità di lavorare più a lungo, ma
usufruendo di un orario di lavoro a tempo parziale, integrando la
retribuzione con una pensione proporzionatamente ridotta.
sabato 19 luglio 2014
L'Unione Europea
L'Unione
Europea deve diventare più “leggera”. Deve finanziare soltanto
le opere e i progetti che hanno un ambito di valenza europeo (ad
esempio, grandi opere infrastrutturali, la difesa comune). Tutto il
resto deve essere gestito e finanziato dagli stati e dagli enti
locali, ciascuno per il proprio ambito: ad esempio, la creazione di
un rotonda in una strada comunale deve essere gestita e finanziata
dal Comune stesso. Certo devono continuare a esserci progetti di
sviluppo locale promossi dall'Unione Europea, ma solo per le regioni
più sottosviluppate.
Così
i paesi dovrebbero dare meno soldi all'UE, per spenderli direttamente
sul proprio territorio, in modo più trasparente e responsabile.
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